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Nei giorni seguenti, non con un certo senso di diffidenza e di vago timore, si accorse che di quelle lettere non ne arrivavano più. Rachele doveva aver informato il pretendente di quanto era avvenuto, e questi non scriveva più, ma forse meditava una facile vendetta. E poichè le lettere non arrivavano di lontano, il gobbo adesso pedalava con sospetto, guardandosi ogni tanto indietro, per paura che qualcuno lo inseguisse con un robusto manganello in mano.

La ragazza inoltre non si faceva più vedere; questo era il maggiore castigo. Rivederla sulla soglia, sullo sfondo marino dell’altra porta sui prati, chiederle perdono con gli occhi, — perdono, perdono, non per averla offesa, ma per averla forse addolorata ed umiliata, — questa era l’ossessione del povero gobbino.

E con il permesso della contadina, che adesso riceveva la posta, egli appoggiava la bicicletta al muro e girava intorno alla fattoria come cercando di rubare qualche cosa o di ritrovare qualche cosa perduta: ma nulla si vedeva intorno alla casa, se non le grosse galline razzolanti e gli allegri anatroccoli, e l’ombra del gelso sulle finestre socchiuse del piano superiore.

Egli calcolava l’altezza del gelso e il modo