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nella terra: e la terra mi è stata madre una seconda volta, mi ha fatto rinascere.

Mia madre era giovanissima, quando è morta: amava la vita con quell’ardore che solo le donne, come lei, oriunde dalle grandi campagne favolose del mezzogiorno, possono frenare e nascondere. La città, forse, l’ha fatta morire prima del tempo: la città che alle anime diritte e primitive risponde col suo viso di prisma iridato e allucinante, arido sotto il suo falso splendore.

E se non proprio lo spirito della mamma, quello che animava il suo corpo, certo lo spirito eterno della razza rivive in me e mi salva. A volte ho come un vertiginoso senso di ricordo, che mi fa intravedere una terra lontana dove le donne sono pari ancora agli uomini, quindi rispettate e temute: forse le terre boscose dove le amazzoni si tagliavano il seno perchè il braccio si tendesse meglio a scoccare la freccia. Una parte del cuore vivo me la sono tagliata anch’io, certo, con la ferma volontà di combattere il dolore nemico, di farne anzi una preda.

Per molto tempo, però, anche lo spirito di lui è vissuto intorno a me, nelle cose che aveva veduto, che avevano conservato il riflesso dei suoi occhi e il suono delle sue parole.