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— Ebbene, Fausto, vogliamo scommettere il tuo orologio a bracciale che io fra tre mesi ho un altro fidanzato?
Fausto tace, e il suo silenzio m’impressiona quasi come il suo pianto. Egli non crede alle mie parole; neppure io. Ma lo specchio terribile che rifletteva il nostro dolore s’è già incrinato; anzi, d’un tratto pare che cada e con un tinnìo cristallino si frantumi per sempre.
È Billa che ride. Rido anche io. Riso di beffa, di speranza e di gioia; sfida istintiva al destino che noi possiamo vincere sempre opponendo l’amore al dolore.
Ed io mi sollevo, sicura che non vedrò più i miei occhi nel terribile specchio.
*
Dopo una sosta pensosa la mia amica continuò.
Molto tempo è passato.
Io mi domando spesso che cosa sarebbe accaduto di me, dopo la scomparsa di lui, se si vivesse ancora nella vecchia abitazione: forse la morte.
Qui, oltre all’amore per i miei, la natura mi ha salvato: e non faccio della poesia, no, ma della religione, quando penso che forse lo spirito della mamma, riavvicinandosi a me, si è trasfuso