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strilla, ed anch’io mi scuoto dalla mia angoscia per partecipare al contrasto fraterno. Riesco a strappare Fausto dal tronco della quercia, ed egli ne vien via con un pezzo di corteccia in mano: non potendo di più ha scorticato l’albero; e torna a buttarsi per terra tutto nervoso e agitato.

Per calmarlo gli domando:

— Di che cosa avevi piacere, poco fa?

— Beh, senti, — egli dice, strappando il fieno dalla terra come le piume da un uccello vivo, — c’è quel mio compagno di scuola, Ghiron, che sta nella casa dove eravamo noi, ti ricordi? Che mi domandava sempre: «Tua sorella quando si sposa? Tua sorella quando si sposa?». Un giorno io gli risposi seccato: «Prima delle tue». Sai che sono cinque sorelle una più brutta dell’altra. Beh, dunque, martedì l’ho veduto al Cinematografo. E ricomincia: «Tua sorella quando si sposa?». E mi guarda e ride: tanto che io credo che egli sappia già qualche cosa. Sa tutto e maligna su tutto, quella gente lì. Beh, lasciami finire: oggi lo vedo ancora; e sai cosa è accaduto? Suo fratello Andrea è scappato di casa: s’è portato via tutta la sua roba, mille lire in denaro e gioielli. Il padre è andato alla Questura centrale, ha portato la fotografia di Andrea e per mezzo di raccomandazioni ha messo in moto tutte le Questure del Regno. Il Commissario Finzi, quello famoso, ha promesso