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LA GHIRLANDA DELL’ANNO


Sebbene i fiorai della città non possano vantare lauti guadagni per gli acquisti del poeta, fiori non mancano mai di fargli compagnia, nelle ore liete o tristi della giornata, e specialmente in quelle solitarie (eppure così affollate di chiari personaggi) delle notturne letture. Fiori, figli del suo piccolo giardino, e quindi quasi creature sue. Cominciano le giunchiglie di gennaio, felici, nelle notti gelide e morte, di sentirsi covate dal calore della lampada, nel nido del vasetto di cristallo, illuse, tra le foglie verdi, di trovarsi nel loro cespuglio, al sole.

Hanno il colore della neve, ma col cuore d’oro, e il loro profumo è come quello dell’adolescenza, quando la carne è ancora purissima e tuttavia già pervasa di desiderî: profumo che pare esali anche dalle giunchiglie riflesse dalla tavola come da un’acqua nera lucente.

Simbolo di fanciullezza, non si sfogliano: la loro gioia di vivere è resistente; resistente il