Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/28


— 22 —

ama tornerà; se non mi ama, peggio per l’anima sua. Non è mio marito, dopo tutto.

— Così mi piaci — esclama il babbo, e un senso quasi di gioia, di vera gioia, mi solleva tutta, nel vedere che il suo viso s’è rischiarato, che la mia forza si riflette in lui, che sono io, insomma, a far coraggio a lui.

E, certo per ricambiarmi il dono, egli prende a scherzare sulla mia paura, e finisce col promettermi una cosa che io non osavo, per la mia stessa paura ed anche per orgoglio, domandargli:

— Domani andrò a vedere cosa diavolo gli è capitato.

*

Delle notizie che il giorno dopo egli portò serbo un ricordo aggrovigliato e torbido come quello dei cattivi sogni.

E tutto, del resto, fu un sogno, prima e dopo, uno di quei sogni mortali dai quali invano si tenta di risorgere. Ci si dice: sogno, mi sveglierò; ma intanto si rimane sepolti sotto le sue ali nere e fredde di vampiro che ti succhia l’anima, amica mia.

Mio padre, dunque, era stato in casa di lui per domandare notizie. Egli abitava una camera mobiliata, presso una signora straniera che non