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LA ROMA NOSTRA


Non è quella antica, nè quella dei Papi; e neppure la Roma dopo il settanta: anzi la sua storia comincia quasi mezzo secolo dopo la breccia di Porta Pia, ed è comodo non fare ricerche nè sforzi culturali per scriverla in poche pagine.

Dunque, circa una quindicina di anni fa, una piccola colonia di provinciali, che la carestia di alloggi cacciava dalla grande Roma, lasciatasi appunto indietro la gloriosa breccia, sostò verso l’antica via Cupa, fra l’una e l’altra delle ville cardinalizie da lungo tempo abbandonate dagli ultimi eredi dei prelati di Pio Nono. Facile fu acquistare ed abbattere alcune di queste bicocche, un tempo ritrovo di personaggi gaudenti: e, tagliate le ultime siepi di carpini, spianati i ciglioni erbosi dove pascolavano le pecore, sventrata, con dolore delle coppie clandestine delle quali era rifugio, la tenebrosa via Cupa, si diede mano alla nostra città.

Sorse in breve, ad immagine e somiglianza di quelle natìe dei suoi abitanti: piccole case a