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farvi rivivere, un’altra primavera, più folti, numerosi e fecondi.

Così rispondo, ma non sono convinta: mi alzo quindi, mi libero dei miei assalitori, anzi li debello ai miei piedi: e, annoiata, sto per chiamare la serva perchè porti via l’ingombro.

*

Poichè le cose ormai è tempo di guardarle nella loro pratica realtà. Se vi sono le macchine per sgranare in un attimo migliaia di semi di piselli, e con una lira si può comprarne, nella stagione della semina, un cartoccio da fecondare un campo, è ridicolo davvero perdere il tempo e sciuparsi le unghie e il vestito a raccoglierne un pugno.

Ma, allora, tutto ciò di cui si parlava prima, la collana dei giorni della vita, che ogni tanto si rompe e si deve riallacciare, non esiste più?

Riprendo timidamente in mano il seme del pisello e gli parlo sottovoce.

— No, amico mio, non è per te che io compio tutti gli anni questa piccola fatica; poco mi importa che tu abbia a rigermogliare, a rivivere, a godere e far godere, a morire ancora. Ci sono gli ortolani che questa funzione la sanno fare molto meglio di me. È l’altra versione che mi