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sepolcro di Gesù. E d’un tratto la tortora le scappa di sotto la sciarpa, vola sulla terrazza e riprende a tubare.
Questa volta ella si sveglia con un palpito di gioia: poichè è certa che la tortora è guarita.
*
La tortora era guarita davvero per sempre. Ella la riprese fra le mani, le aggiustò le ali, le tastò il filo esile del petto, le chiuse gli occhi lagrimosi; e non pianse, poichè non si piange per la morte di un uccello.
Era l’alba, finalmente serena. Sopra la terrazzina, in alto, fra l’una e l’altra delle case ancora tutte addormentate, il cielo aveva un pallore di convalescenza; ed a lei, nel sollevare il viso, parve specchiarvisi.
Prima che nessuno se ne accorgesse, scavò nella cassetta; e mentre l’odore della terra bagnata le ricordava che esistono sempre, anche per i vecchi e per i poveri, i prati e i campi dove la primavera ritorna, vi seppellì la tortora, e vi seminò il grano destinato al suo cibo: il grano che spuntò tre giorni dopo, quasi al suono delle campane che annunziavano il mistero della Resurrezione.