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tornò a rivolgersi verso l’orizzonte e si fece il segno della croce.
Allora egli, infuriato, non contro di lei, ma contro lo spirito maligno che per la sua bocca aveva parlato in quel modo, si alzò e andò a chiudersi nella sua camera.
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Chiuse anche la finestra e al buio, tastoni, si sdraiò sul duro giaciglio che, nonostante le coperte e le lenzuola pulite, a lui pareva odorasse ancora del sudore dei carrettieri e degli scavatori di pozzolana.
Era arrabbiato e voleva calmarsi. Il suo sdegno adesso si riversava tutto su Lisendra che era andata a raccontare ad estranei la disgrazia di lui. La notizia si sarebbe certo presto diffusa, fra gli emigrati, dapprima, e, trasmessa poi da questi, anche laggiù nel paese natio. Che soddisfazione per la gente che non gli voleva bene! «Esultate pure, servi maltrattati, debitori poveri e ricchi, egualmente spremuti con usura crudele, vicini di proprietà sopraffatti con prepotenza, donne sedotte e abbandonate, figli bastardi rinnegati: e chi più ne ha ne metta.»
A dire il vero, egli si compiaceva d’esagerare, sulla quantità dei suoi nemici: era come un guerriero che con la fantasia moltiplica il nu-