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E la cosa più terribile era che il babbo non veniva su, non parlava: dopo qualche momento uscì di nuovo e andò sino in fondo alla strada; e anche il suo modo di camminare era diverso, o meglio era come nei primi giorni dopo la morte della mamma.

Egli va fino all’angolo della strada, guarda, poi svolta. Ed io ho un senso di terrore, come se anche lui sia sparito per sempre: un senso di terrore, di solitudine, di responsabilità mortale: mi sembra di essere rimasta sola coi miei fratellini in un luogo inumano, soli, abbandonati da tutti.

Ho voglia di gridare per richiamare il babbo; poi la speranza ch’egli si sia inoltrato nella strada per andare incontro all’altro rischiara di nuovo la mia angoscia. Ma egli riappare solo, rasentando il muro come voglia nascondersi a me: le tenebre mi riprendono; tuttavia ho un senso di riconoscenza religiosa per la riapparizione del babbo, e sento che veramente la radice della mia vita è in lui. Finchè c’è lui noi siamo tutti ancora come i fiori e i frutti attaccati alla pianta: egli è la nostra speranza, la nostra forza di vivere.

Mi scuoto; penso alla sua pena e soffro dop-