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vede la nota figura; e quando il loro viso si rivolge in qua mi sembra diverso, quasi invecchiato.

Giunto sotto la finestra, mio padre domanda:

— Non è ancora venuto?

Io accenno di no. Egli trae l’orologio, lo guarda, lo rintasca. Perchè non dice nulla?

*

I ragazzi salgono di corsa su da me e con un salto si affacciano alla mia finestra: Fausto mi preme con tutto il peso del suo corpo e dice con crudeltà:

— Vedrai che quel maramaldo non torna più.

Io mi sento schiacciata, come sepolta da un terremoto: con tutte le mie forze cerco di liberarmi dal peso, e riesco a respingere il ragazzo; ma il senso di oppressione mi rimane, e non parlo perchè la mia gola è chiusa, ostruita come una strada dove è accaduto un disastro.

D’un tratto Billa grida: — Eccolo, eccolo!

Il mondo s’illumina ancora: il disastro è stato solo un cattivo sogno; ma subito, come nei giorni sinistri d’inverno, il sole è di nuovo sepolto dalle nuvole.

Non era lui, era un passante che gli somigliava.