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IL CIECO DI GERICO


Quando il nobile don Felice Maria Chessa De-Muro previde la terribile disgrazia che doveva accadergli, sparì quasi misteriosamente dalla sua casa e dal suo paese.

Gli amici, e tanto meno i nemici, dovevano sapere che egli temeva di diventare cieco: i primi se ne sarebbero inutilmente addolorati, i secondi ancora più inutilmente rallegrati.

Dunque, partenza. Senza valigia, senza neppure cappotto, col suo vestito alquanto goffo e trasandato di tutti i giorni, il colletto di colore e la cravatta nera un po’ bigia di grasso, ma con le tasche ben fornite di biglietti da mille, dopo aver detto alla vecchia e potente madre che ancora amministrava l’ingente patrimonio del quale era usufruttuaria:

— Oh, mama, vado a Roma per veder di collocare bene il nostro formaggio stagionato; e questa volta, poi, voglio proprio vedere il Papa — si guardò nello specchio grande, cosa che prima non usava mai fare.