Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/201


— 195 —

tutto era una bestia necessaria in casa, adesso che il padrone stava fuori quasi tutta la notte, e lei, spesso, aveva paura dei ladri.

— Quando verrà l’inverno ci faremo buona compagnia. Allora si riavvicinerà anche quel mascalzone del gatto. Anzi bisogna che ti prepari la ciotola per bere, povero Leo.

E lo fece. Ed ecco, nel sollevarsi vide che una fiammella celeste, una specie di fuoco fatuo, sgorgava da un foràmine della cenere; tornò al suo posto per ricoprirla, ma non lo fece subito; gli occhi le si incantarono nel guardarla; il tempo passò: di nuovo ella sentì qualche cosa di vivo al suo fianco, di nuovo fu avvinta da un laccio di sogno; ma come diverso dal primo! Il cane aveva lasciato il suo posto di soggezione per tornare davanti al camino. Ella tese la mano, per toccarlo, timidamente, come un cieco che cerca un sostegno: il cane gliela leccò. Allora ella sentì davvero mancarle il respiro; perchè quello che succedeva nel suo cuore, riaperto all’amore che dà e riceve e non ha limiti nei regni della natura, era un mistero ch’ella non poteva e forse nessuno sa spiegarsi, ma che le ridonava il senso della giovinezza.