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a voltarsi che Giuseppe lo colpì alla testa. Cadde bocconi e non si mosse più.

Solo allora il giovine vide la madre imbavagliata, nel letto disfatto. Gli occhi di lei erano aperti, vivi, ma traboccanti di uno spavento senza fine.

— Non ti muovere — egli disse, dopo essersi assicurato ch’ella non era ferita. — Bisogna prima avvertire la Questura.

E la baciò, per rianimarla e rianimarsi. Ma il gelo col quale le cose terribili e inesplicabili della vita incrinano per sempre il cuore dell’uomo, tornò a colpirli, quando l’agente della Questura, volto in qua il morto, che giaceva nel suo sangue come l’ubriaco nel vino vomitato, gli spiccicò dal viso la pelle nera-rossastra della bautta, e madre e figlio riconobbero in lui l’impresario Merlin.