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La servetta intanto aveva finito di rimettere prudentemente a posto i bei piatti nuovi, sui cui fiori meravigliosi ella si era più volte piegata come per odorarli; e da buona figlia di povera gente abbassò la luce della lampada, che non serviva più che per i signori di fuori. Ai signori diede la buona santa notte e, stanca, se ne andò a dormire in uno dei due lettucci della camera terrena, dove c’erano pure l’armadio della biancheria e il grande baule vuotato di questa.
— Anche di questa capretta possiamo essere contenti, — disse il padrone; — fa il suo dovere e sa il fatto suo più di quella sfrontata ladra che avevamo in casa.
— Sì, — ammise la moglie, — è un po’ tonta, ma veramente buona. Sì, possiamo essere contenti.
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E in contentezza se ne andarono a letto, sicuri di passare una buona santa notte. Ma verso un’ora, si sentì come lo spalancarsi violentissimo di una grande porta, e un rombo di vento fece tremare la valle. Tutti gli usci, le