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tarono dentro la buca del sor Pio le notizie del disastro.
— Tutto apparenza, era: tutto debito e anche truffa: adesso si vende tutto.
Eppure il signorino e la madre rimasero nel villino. Fu il tempo della sora Concetta, la quale ogni tanto usciva dalla casa dei padroni con un fagotto o una valigia in mano, ed alle maligne insinuazioni del ciabattino, un giorno, esasperata, rispose:
— Non sono io che porto via la roba, mannaggia a te ed ai mortacci tuoi; è la signora che la manda al fresco.
— Al Monte — egli tradusse, colpito. — Ma perchè non vendono o non affittano il villino? Che se ne fanno, loro due soli, di tanto locale?
— Che ne so io? Perchè non vai ad informarti tu di persona, se te ne preoccupi tanto?
Egli se ne preoccupava davvero: era una sua fissazione, e ci pensava anche alla notte, quando sognava di appiccicare una pezza alla scarpa del signorino in modo che non la si vedesse.
— I signori sono fatti così. — E ricordava di aver sentito dire che certi nobili spagnuoli, antichi, pur di conservare un fasto esterno, si contentavano di mangiare pane e cipolle.