Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/135


BORSE


Ai tempi del comunismo, il sor Pio ciabattino aveva procurato qualche dispiacere ai signori, e specialmente alle signore della contrada. Per conto suo, egli non si moveva dal suo bugigattolo, ch’era nel sottosuolo d’una casa all’angolo fra due grandi strade nuove: ma grosso e austero, imponente, salvo il paragone, come un pontefice in trono, tra un foro e l’altro della sua lesina, fori che egli praticava con gusto lento e perverso come si trattasse di farlo sulla pelle dei suoi clienti ricchi, predicava la rivoluzione sociale.

L’uditorio era sempre composto di serve, dei loro spasimanti disoccupati, di ragazzine povere già andate a male, e di monelli.

Le conseguenze erano che questi ultimi davano senza tregua l’assalto alle cancellate dei giardini intorno, e con canne e uncini devastavano le piante e i rosai dei signori: una ragazzina diede senz’altro fuoco ad una catasta di legname