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il sogno impallidì e mise la sua mano sulla mia bocca.
«— Taci, cristiano. La disgraziata è morta pochi momenti fa, mentre tu sognavi. Era una ballerina.
«Il segno mi rimase sul braccio per oltre un mese. Lo esaminò il professore, lo esaminarono altri scienziati: nessuno volle darmi la spiegazione della cosa. Notare, che io ignoravo completamente che la poveretta era una ballerina, suicida per amore. Lei, che sa tante cose, che ne dice?»
*
Lo scrittore, un barbone che rassomigliava a San Gerolamo nella spelonca, seduto su una poltrona di vimini, fumava la pipa, piegandosi ogni tanto a sputare abbondantemente dentro una conculina etrusca. Come San Gerolamo (a parte l’ambiente lussuoso intorno), una vecchia cornacchia spelacchiata lo accompagnava: cioè stava appollaiata sulla traversa inferiore della poltrona, e ogni tanto pizzicava teneramente il sedere dell’uomo illustre.
Egli aveva ascoltato il racconto del bellissimo Aroldo con una intensità nascosta quanto esasperata: tutta la sua sensibilità d’uomo e d’artista vibrava ad ogni parola del servo; e un