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Disse, con esagerata serietà:
— Il nido: i pulcini. Simbolo ottimo. Questi sentimenti altamente ti onorano: e avranno il loro meritato guiderdone.
Ella era abituata ad esser presa in giro da lui: quindi gli sbattè lievemente sulle spalle la salvietta e protestò ma senza forza:
— Adesso basta con le tue ironie.
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Ma egli parlava sul serio: e un giorno, il giorno della festa di lei, — l’ora dei suoi venti anni, — entrò nella piccola casa il nido d’oro con dentro i pulcini d’oro: il tutto grande come un mezzo guscio di nocciola.
Ella aprì la scatoletta indovinando quello che conteneva; e non parlò: ma stette a lungo tranquilla a guardare il dono, come si trattasse di una conchiglia o di un fiore: poi si alzò di scatto e si mise a ballare. E pareva lo facesse anche lei per burla, per imitare i modi del marito; ma era veramente per una gioia infantile e profonda. Egli disse:
— Ecco la vera felicità.