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ciapiede. Grida, proteste, risate, imprecazioni. Un tranvai ha deragliato e gli altri che lo seguono sono costretti a fermarsi in una lunga fila che alla sposina sembra una costruzione di casette ambulanti.

Ella si diverte di nuovo a guardare: la coppia elegante è sparita, ingoiata dalla folla; ma quante altre belle donnine le sfilano davanti: gambe d’argento, bocche di porpora, occhi simili a quelli della vetrina del gioielliere: e quasi tutte hanno, come agili Diane in veste succinta di caccia, gettati sull’omero, volpi, martore, ermellini che forse un giorno furono conigli, ma che a lei sembrano davvero ermellini.

E di nuovo si sente smarrita, provinciale e quasi vecchia in mezzo a quel mondo di movimento e di bellezza.

*

La sera, nella lucida cucina che serviva anche da sala da pranzo, ella raccontò le sue impressioni al marito. Non era più mortificata, ma neppure serena come le altre sere: le rimaneva negli occhi un riflesso delle cose vedute, quasi le avesse vedute per la prima volta. Il marito, sebbene anche lui d’origine contadinesca, era molto più esperto di lei: anzi, aveva nel viso acuto, nella bocca sottile, tutta la furberia mali-