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VETRINA DI GIOIELLIERE
Era la prima volta che la sposina usciva sola e senza scopo, così, per pigliarsi un po’ di sole lungo la grande strada parallela alla viuzza quasi popolare dove lei e il suo giovane marito avevano trovato il loro modesto ma felice nido. Anche in questo nido — due camere e cucina, al terzo piano di una vecchia casa riattata — penetrava un po’ di sole; ed ella n’era uscita timidamente, anzi con una certa trepidazione, come se vi lasciasse dentro dei bambini incustoditi, o un tesoro in pericolo di venir rubato; ma una volta giù, nella via traversale e poi nella grande strada sfolgorante di sole, di insegne, di cristalli e di vetrine, era stata vinta dall’ebbrezza della città in quell’ora del pomeriggio autunnale, quando solo la gente sana, che non ha molto da fare e da pensare, si gode la dolcezza di andarsene in giro senza altro scopo che quello di passare il tempo. Ella camminava dunque con calma e prudenza, risalendo il largo marciapiede a destra,