Pagina:Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu/93


un giorno 81

allontanarsi lesto, quasi fuggendo, e ricadde sopra il fascio degli oleandri, con aria profondamente annojata, chiedendosi se doveva ridere o piangere.

Per tutto il resto della sera non rivide Jame, nè desiderò rivederlo.

Le donne ballavano sempre, senza parlare, senza ridere, con ritmo cadenzato e melanconico; a momenti però si esaltavano, il circolo si allargava, si restringeva, con un brivido serpentino, e i piedi, calzati con bizzarre scarpine di cuoio ricamato, strisciavano, s’alzavano, battevano il suolo e fremevano. Fra tutte c’era, bellissima, una fanciulla dai capelli neri e gli occhi celesti; il sudore imperlava il suo viso e la sua fronte splendeva al sole.

— Come è stupida la vita! — pensava Francesca, guardando sempre la bella danzatrice. E tutta quella semplice gente che si divertiva nel sole le dava un gran fastidio, una intensa pietà!

Ma neppur la sua vita le sembrava bella, e un senso opprimente di vuoto, di vano, la rattristava.

Così passò una brutta sera e si pentì