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78 un giorno

rà quì... torneremo insieme al villaggio... partiranno domani... verranno in casa...

— Eh, sì! Non ci vuol altro! — gridò Francesca, mentre negli occhi aperti d’Jame passava un raggio di beatitudine che lo rasserenava. — Partiremo fra poco...

Egli sospirò forte. Lo fece apposta? Non si sa, ma ad ogni modo Francesca se ne accorse e lo guardò di sottecchi. Poi gli fece posto sul suo fresco sedile, e lo invitò a sedersi. Ma Jame, pur entrando sotto la tettoja, restò ritto: eppure avrebbe dato dieci anni di vita e la metà del suo patrimonio (era figlio unico) per potersi sedere là!

Al di fuori le fanciulle ballavano il ballo tondo, con pochi giovinotti, uno dei quali intonava la musica monotona e bizzarra. Più in là, gruppi di uomini giocavano a carte o alla morra, e sotto un’altra tettoja, ove c’era un liquorista, si vedevano i due Serrara che parlavano con zio Predu ed altri paesani dall’aspetto borioso di benestanti.

E sempre, là, in fondo, la linea rosea degli oleandri sfumati tra i vapori ossidati dell’aria immobile, e il fiume che ora, al sole del pomeriggio, ripetendo la ballata amorosa dei danzatori, scorreva