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74 | un giorno |
deva gli occhi con intensi desiderii infiniti, che gli davano una dolorosa voluttà di pianto. Oh, perchè non cadeva una frana all’ingresso della grotta?
Restare, restar lì, per tutta l’eternità, con lei, incantati da una potente malìa che permettesse loro di non aver mai fame, nè sete, nè sonno, e che non facesse mai consumare la torcia... non era questo il paradiso, che Jame, da bravo studente, dubitava e metteva in derisione quando sua madre non poteva sentirlo?
Addossato alla roccia, scuotendo sempre la torcia, fece il sogno più bello e poetico della sua vita. La voce di Francesca, che camminava sempre intorno alla grotta, esaminando curiosamente ogni cosa e parlando, gli giungeva come di lontano, da regni misteriosi fino allora per lui sconosciuti, o traveduti in altri sogni fatti da solo, troppo vaghi e pallidi per dargli l’incanto del presente.
Ma ben presto il sogno svanì.
— Andiamo — disse la fanciulla. — Andiamo! — ripetè più in alto, visto che Jame non si muoveva. — Ah, non spenga la torcia... io ho paura... ah...
Ma la torcia era spenta.
— Non tema! Non abbia paura, mi dia