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un giorno 73


ra e il disgusto pieno di ribrezzo che le causavano i pipistrelli.

— Come si chiama lei? — domandò, calmandosi alla luce della torcia, che finalmente Jame aveva rinvenuto.

— Jame... Jame Cherchu.

— Ah, Jame Cherchu. Figlio di donna Francisca? Jame vuol dire Giacomo non è vero? Ci viene molta gente a questa grotta?

— Sì... dicono esservi dei tesori.

— Che cosa stupida prendersi tanta fatica per venir qui? Non ci sono che dei pipistrelli: che ribrezzo mi fanno! Avevo paura per questo, non per altro... E rise d’aver tremato, mentre girava rapidamente intorno alla grotta.

Non c’era in realtà nulla di particolare, tranne una colonna nel centro, e qualche stalattite splendente alla luce della torcia che Jame agitava in alto. Ma ciò che a Jame sembrava meraviglioso, che mai aveva veduto dentro la grotta, e che ora l’illuminava d’un magico bagliore, era lei stessa, col suo vestito bianco, un mazzo di oleandri nella cintura, e i capelli rosseggianti al chiarore tetro e corruscante della torcia.

A Jame pareva una fata, e socchiu-