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un giorno 69


tigine, perchè cessò di ridere, e s’aggrappò paurosamente alla sella.

Ad Jame, sempre fermo in mezzo al fiume, parve vederla cadere, e si sentì serrare la gola. Eppure perchè ebbe il perfido desiderio di vederla cadere davvero?

La sua cavalla, dal freno luccicante che gocciolava d’acqua, non beveva più, ma Jame restava ancora lì.

Ah, si chiamava Francesca dunque? Come la mamma sua! Francesca, Francesca! Mai questo nome volgare, già diventatogli immensamente simpatico dopo la lettura della Piccola Fadette di Giorgio Sand (Jame diceva che dopo Anna Karenine, la Piccola Fadette era il più bel romanzo ch’egli aveva letto, in vita sua), questo nome dunque non gli era sembrato mai più dolce di così, e non lo dimenticò mai più.

Lo ripeterono i picchi che gorgheggiavano tra i sambuchi, e l’acqua lo portò via con sè, nella sua verde freschezza, dove? lontano, laggiù nel mare, che vaporeggiava dietro l’estremo orizzonte! Anche il cavallo di Francesca si mise a bere, poi alzò fieramente la testa, si scosse tutto e nitrì.

Ella mise un leggero grido, diventò

Grazia Deledda, L’ospite 5