Pagina:Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu/68

56 l'ospite


mava visibilmente, ma procurava di sorridere, e diceva, contando:

— Tre, sei....; guarda come mi tremano le mani; sembro un fanciullo; eppure, come è vero Dio, mi tremavan di più mentr’egli me le dava....; dodici, tredici, quindici....; avrei voluto dargli mezza dozzina di schiaffi, ma ho evitato lo scandalo per te....; diciotto, venti....; perdonami, Margherita, se io parlo così di lui; ma è tanto vigliacco, ed io l’odio.... oh, se tu sapessi come l’odio! Sono ventitrè... è così... son ventitrè?....

E siccome Margherita taceva, Antonio, curvo un pochino sul tavolo, alzò gli occhi, e la guardò a lungo, silenziosamente.

Ella, pallida come la morte, piangeva, e le lagrime cadevano sino all’acqua, sino al piccolo mare, ove Boly s’era affogato per sempre.

Ma, indovinando la causa di quelle lacrime, Antonio non ne provò alcuna pietà, anzi sentì un fiero dispetto, e, ricordando come e quanto aveva anch’egli sofferto, ebbe il triste pensiero di andarsene, lasciando Margherita sola, con la sua tremenda delusione. E glielo disse:

— Ora, Margherita, se tu hai da comandarmi qualche cosa, io partirò domani