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l'ospite 17


E Leandri continuava a spiare Boly e Margherita. Siccome Margherita era sempre festeggiata, nessuno trovava che ridire se Silio l’avvicinava troppo; ma l’ufficiale sorrideva malignamente.

Boly suonò la chitarra e cantò appassionatamente un’aria del David Rizio, del maestro Canepa, poi volle ballare anch’esso e ballò sempre con Margherita.

Ora, siccome molti signori e signore, che non avevano voglia di ballare, erano andati a far delle escursioni poetiche, Leandri vide ad un tratto che anche Boly e Margherita mancavano dalla spianata! Non c’era alcun male e nessuno ci badò.

Ma l’ufficialetto restò male, e, per levarsi certe idee di testa, si mise a ballare come un disperato, senza levarsi la borsetta, che dava gran fastidio alla sua dama, una ragazzina di quindici anni, molto sventata.

— Cosa ci ha lì dentro? — gli chiese con curiosità. — Perché non se la leva?

— Eh, diavolo! — diss’egli impacciato — cose necessarie.

— Uno specchio? il pettine? — fece l’ altra, ridendo. — Il binoccolo?

— Oh, no, no, niente affatto!.... — ri-