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112 | don evéno |
— Perdonami, — le disse quando furono seduti sul divano, accarezzandole i capelli. — Ma tu pure mi hai fatto tanto soffrire! Tu devi aver sentito che volevo allontanarti da me per non morire d’angoscia, e non mi hai detto nulla, nulla, nulla.
— Non ho potuto... non ho compreso... Come volevi che io sentissi il tuo amore, se tu non sentivi il mio... Evéno?..
Era la prima volta che pronunziava il suo nome solo, dandogli del tu. Egli ne rabbrividì per il piacere.
— Ma ora... ora ci comprendiamo?.. — domandò sorridendo. Ella chinò la sua testina sulla sua spalla, ed egli, nell’oscurità vellutata che saliva per il cielo lontano, credè veder spuntare una luminosa aurora.
Era il suo giorno, che spuntava, alfine!