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don evéno 107


— Io? — disse il servo. — Io non voglio nulla! Dio me ne guardi!

Ma dopo qualche insistenza da parte della fanciulla, prese il denaro con disinvoltura, e non protestò quando ella disse: — Se hai bisogno di me, qualche volta, non stare in soggezione!

Eppure il fatto stava in questi termini. Avvicinandosi alla cantoniera Fidele aveva sentito una voglia prepotente di bere.

— Vado? Non vado? Il padrone è passato o non è passato? C’è o non c’è?

Con questi quesiti in mente attraversò il bosco. Alla vista dello stradale fu per indietreggiare, ma la sua mala indole gli diceva:

— Va e bevi, sciocco! Il padrone non c’è; è già passato. Va e bevi, e poi corri, corri... Così trovossi sulla porta della cantoniera. Le donne, ivi residenti, vendevano galline, vino e frutta ai viandanti, e Fidele voleva bere mezzo litro di vino, seduto in sella, e comprarsi un pane, perchè quella mattina non aveva punto fatto colazione.

— Comare, comare! — cominciò a gridare chinandosi sulla porta. — Comare Maria, che il diavolo vi baci, uscite fuori!...

— Cosa sento? — esclamò un signore, uscendo come un fulmine dalla porta laterale della cantoniera.