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106 | don evéno |
due s’incontrassero, e allora un brivido di freddo angoscioso tornava a invaderla dai piedi alla testa. Così passò tutta la giornata, in una calma perfetta, che in fondo era un’angoscia suprema.
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Fidele tornò verso sera, tanto presto che Mikela si spaventò.
— È accaduto nulla? — domandò col volto più bianco del solito.
— Nulla! — esclamò il servo levando la sella alla cavalla. Nell’ombra Mikela non s’accorse che Fidele aveva gli occhi un po’ smarriti.
— Sono andato... sono andato... e ho consegnato la lettera...
— Sono tutti sani in casa? —
— Uh! Credo benissimo! Sua madre voleva farmi restare per mangiare, ma io son ripartito subito... si figuri!
— Hai fame dunque?
— Poco.
Saputi molti altri particolari, Mikela si rassicurò. E, timidamente, diede a Fidele un biglietto da dieci lire.