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104 | don evèno |
— Uh! tante volte!
— Se tu ci vai oggi, e arrivi in modo che zio non ti veda, e ritorni oggi stesso, vedrai cosa saprò fare per te!
— Cosa farà per me? — pensò Fidele, e si decise subito ad andare, ma disse a voce alta:
— E le legna chi le porta?
— Non t’importi nulla di ciò. Dimmi se vuoi andare o no.
Egli pensò alquanto.
— E le serve? — domandò.
— Non t’importi anche di ciò. Se vai, sellati subito la cavalla e corri.
— Dove andrò?
— Ma giurami che non dirai nulla a zio, al suo ritorno.
— Ih, sarebbe bella! — gridò Fidele facendo scoccare le dita. — Sarebbe gettarmi la corda al collo io stesso.
— Lo credo bene, ma... giura.
— Che non riveda mia madre!.. — esclamò egli, agitando le mani.
Allora Mikela parve rassicurata.
— Tu andrai in casa mia e consegnerai una lettera a mia madre.
Ma bisogna che arrivi prima di zio.
Non ti fermerai in alcun posto, e soprattutto filerai dritto davanti alla cantoniera.