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don eveno | 101 |
dopo aver comandato al servo Fidele di sellargli il cavallo al primo albeggiare.
Mikela, quella mattina, fu la prima a scendere, tuttavia non accudì, come sempre, a portare il caffè nella stanza da pranzo. Zio Evéno scese subito dopo di lei, e uscì nella corte.
— Fidele, — disse, — oggi tu sai dove andare.
— Sissignore.
Tuttavia, non fidandosi della memoria del servo, ripetè i suoi ordini a Mikela.
— Lo manderai subito al monte, oggi e domani; due carri di legna, lo sai.
Mikela lo sapeva benissimo, perchè in quei giorni Fidele trasportava appunto dai boschi del monte la provvista della legna.
— Quando ritornerete? — domandò timidamente, appoggiata allo stipite della porta.
— Dopo domani. Di’ a Mallena che faccia presto... — rispose egli con impazienza, mettendosi lo sprone.
Mikela si mosse, poi tornò al suo posto e disse:
— Verrà presto: non prendete dunque il caffè?
— Portalo dunque quì.
E seguitò a stringere lo sprone, coi
Grazia Deledda, L’ospite. | 7 |