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ch’ella aveva volontà di piangere. Era angoscia, o dispetto, o turbamento, per saper scoperta la sua relazione segreta?

Ad ogni modo, don Evéno prese una grande risoluzione. Disse:

— Fra pochi giorni io devo andare al tuo villaggio, e parlerò seriamente con tua madre. Se tu sei contenta, e se anch’essa non si oppone, si farà in breve ogni cosa. Allora tu potrai ritornare laggiù, e rivedrai tutti....

Uscì, dopo aver detto con evidente amarezza queste ultime parole, lasciando Mikela sbalordita.

Quando fu sola si gettò sul divano, e affondando la faccia sul cuscino si mise a piangere, singhiozzando.

Perché zio Evéno operava così? La scacciava dunque? Che aveva ella detto o fatto per meritarsi tanta punizione?

Per tutta la sera non seppe far nulla, e a cena il suo malumore crebbe a dismisura perchè don Evéno le annunziò che sarebbe partito l’indomani.

— Se hai qualche cosa da dire a tua madre....

— Nulla, tanti saluti! — rispose freddamente.

Egli la guardò fisso, e si ritirò presto,