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88 don eveno


Sulla porta di cucina vide Mallena che macinava il caffè, colle cocche del fazzoletto rigettate sulla sommità del capo.

— Dammi la sella — le disse.

Ma la serva gli voltò le spalle, e dovette andare egli stesso a prender la sella, dal chiodo ov’era appiccata, facendo mille perfidi pensieri sul conto di Mallena e del padrone.

— Ohi, se vedessi Mikela, — desiderò, stringendo la cinghia della sella intorno al ventre del cavallo, che raccoglieva l’alito per gonfiarsi, — quante gliene direi! Mallena si trangugia una casseruola di caffè ogni mattina. Ma già, Mikela è una sciocca, non sa comandare, non sa dirigere. Già, già! Chi non ha visto mai ben di Dio...

Rise di nuovo, pensando alla storia di Mikela. Il fatto stava così.

Don Evéno, il medico condotto, aveva sposato una donna ricca e superba, che certamente non l’aveva reso molto felice, pur recandogli in dote un gran patrimonio e una splendida casa.

Meno male ch’era morta giovine, senza figli, e dopo aver fatto testamento in favore del marito.

Don Evéno contava allora quarantasei anni; era un gran dottore, un dotto, un per-