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una ragazza. Le abbiamo messo il corpetto verde a palme d’oro, quello di broccato antico col quale s’era sposata. Tutto è andato bene. Al momento di cercare i ceri pareva non ce ne fossero: cerca cerca in un sottocassetto ne abbiamo trovato cento, bianchi, lucidi come canne d’organo. La roba che c’è in quella casa! In ogni angolo un tesoro: neppure i suoi padroni lo sanno, quello che c’è.
— Hai chiuso bene tutto? — domandò la nonna frugando con la sua canna nel fuoco. E nei mucchi di brage le pareva di vedere le cose preziose di casa Mura.
— Ho chiuso, sì. Le chiavi le ho date al vecchio, perchè Stefene le aveva messe sul davanzale della finestra. Anche il vecchio le teneva sul ginocchio e non sapeva che farsene.
— Sì, se quel ragazzo non si sposa presto chi sa cosa succede.
Tutti ascoltavano; Agostino seduto rigido, col grosso pugno chiuso sulla tavola, Annarosa in piedi presso la matrigna, Gavino dietro l’uscio, la servetta nel suo angolo fra la scranna e la parete; e fu lei a dire con ironia provocante:
— Si sposerà quel lupo di zio Predu, prima del figlio!
Ma la padrona vecchia sì volse e la