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vitello vivo; ma i maccheroni furono dalla padrona respinti con tale sdegno che caddero sul focolare.

— Quando c’è farina in casa e donne con braccia sane, non si deve comperare nè il pane, né la pasta nelle botteghe. Alzati, poltrona.

Pazientemente Mikedda raccolse i maccheroni frantumati, e Annarosa andò a prendere la farina per rifarli in casa; ed entrambe la impastarono e cominciarono a gramolare la pasta con tutte le loro forze, sulla tavola di cucina, parlando basso per non farsi sentire dalla nonna.

La pioggia sferzava il vetro dello sportello, tutto appariva bituminoso, di fuori, come in un quadro annerito dal tempo: e anche dentro, tranne negli angoli rischiarati dal fuoco, tutto era bigio senza vita.

La serva raccontava ancora della sua visita in casa della morta, rifacendo i gesti e la voce delle vecchie parenti. Annarosa sorrideva suo malgrado, riscaldata dalla fatica e sollevata, in fondo, dal pensiero che tutto era finito. D’un tratto però si rifece pensierosa.

— Mikedda, ho avuto come un sogno, ieri notte, nel chiudere la finestra; m’è parso di veder passare Gioele.