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— L’hanno avuta e l’hanno ancora. Si scrivono.
— Signore! Signore! Che cosa mi dici?
Egli rise, lievemente, un riso assonnato che irritò ancora di più la vecchia.
— E ridi anche, e ridi!
— Rido perchè è una cosa da niente.
— Per voi, tutte son cose da niente. Ma la vita è fatta di cose da niente, che poi diventano serie; la coscienza non deve trascurarne una, neppure la più piccola. E dunque, se la ragazza piangeva, oggi, vuol dire che la cosa non è lieve. Son vecchia, e sebbene mi si tenga da voi tutti all’oscuro come una carcerata, vedo e capisco tutto. E capisco dunque che adesso bisogna pensare sul serio ad Annarosa e aiutarla a trovare la sua strada.
— La sua strada è quella.
— Quale?
— Di lasciarle fare quello che vuole.
— Ah, Signore mio! Non si può parlare con te. Tu parli così, e sei così, disgraziato, appunto perchè sempre ti abbiamo permesso di fare quello che volevi. L’esempio tuo ci valga. E dunque, — riprese dopo un momento di esitazione, — bisogna assolutamente impedire che Annarosa e Gioele si scrivano e si vedano. La donna è fragile.