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che se ne va. Gli uomini, là, son disperati. Non sanno far nulla. Il vecchio mi ha chiesto se non potrei passare la notte da loro....

Guardava la nonna, esitando, e la nonna la guardava, di sotto in su, soddisfatta per la buona accoglienza dei parenti, ma diffidente all’idea di lasciarle passare la notte fuori di casa.

La servetta intanto rientrava di corsa, ansante di curiosità, seguita da Gavino.

— Se zia Paschedda muore, davvero che quel lupo di zio Predu riprende subito moglie, — disse ridendo.

Le sue parole sventate caddero fra il silenzio generale: tutti però, anche Gavino, pensarono la stessa cosa: se zio Predu si riammogliava, Stefano correva rischio di non prendere tutta l’eredità.

— Puoi andare, Nina, se non ti è di troppa fatica. Siamo cristiani, — disse infine la nonna.

— Vengo pure io, così non avrete paura, mamma; prendetemi, mamma, — supplicava Gavino: e la servetta sospirò:

— Saremo noi ad aver paura, stanotte, così sole in casa, col padroncino Agostino che rimane laggiù. Mala cosa, la morte!

La donna, con lo scialle chiuso sul


Deledda, L’incendio nell’oliveto. 3