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Sedette accanto al letto e piegò il viso sulla mano che la nonna aveva messo fuori della coperta. Ricordava i giorni quando tornava da confessarsi e baciava quella mano per chiedere perdono dei suoi peccati e promettere una nuova vita d’elevazione: e un senso d’ebbrezza le veniva da quel bacio più che dalla comunione stessa con Dio.

Anche adesso la baciava per chiedere perdono e promettere una vita nuova: ma non poteva, non poteva dare alla matrigna l’ordine che questa aspettava.



E la nonna non si placava. Respinse il viso di Annarosa e ritirò la mano sotto la coperta.

E il tempo passava e nessuno veniva. Solo Gavino era rientrato e guardava dall’uscio senza osare d’avanzarsi. La madre gli andò incontro, lo prese per mano e lo condusse nelle camere di sopra: poi tornò al suo posto.

D’un tratto la nonna parve rianimarsi: aprì gli occhi e mosse la testa come ascoltando un rumore lontano. Annarosa non s’ingannava più sulla sensibilità della nonna: qualche cosa doveva succedere.