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bedì. Si alzò, appoggiando la mano alla pietra ancora calda di lui, e quando fu in piedi si scosse le vesti e fece alcuni passi lungo il muro guardando Annarosa come non l’aveva mai guardata, con occhi arditi, quasi con superiorità. Quando però furono nella strada, la padrona cominciò a spingerla davanti a sé, verso il portone.
— Presto, presto. La nonna sta male. Gavino le ha detto che tu non sei andata al podere.
La spinse dentro il portone e lei rientrò per la porta, e arrivò nella stanza da pranzo che già Mikedda, dopo aver attraversato di volo il cortile s’era inginocchiata davanti alla nonna e le accarezzava la mano raccontandole con voce ansante d’essere stata laggiù, di aver veduto il padrone Juanniccu e il padroncino Agostino, e che tutti e due stavano bene, seduti al fresco sotto il noce in riva al torrente.
Ma la padrona aveva uno strano aspetto, con la bocca storta che pareva sorridesse amaramente; e guardava fisso nelle pupille la serva, senza parlare, con uno sguardo che penetrava fino all’anima e vi leggeva la verità.
Allora Mikedda si sollevò; vide Annarosa che andava su e giù smarrita per