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essere ancora viva: poi riprese il suo posto, sforzandosi ad essere calma.

La nonna raccontava come Annarosa diceva di aver mandato via Stefano.

— E lui è andato via così senza dir nulla? È uno scherzo certamente. Oggi tornerà, crediamo.

— Crediamo, — disse la nonna senza convinzione. — Annarosa però è ferma nella sua idea.

— Con lei m’intenderò io! — egli gridò battendo il pugno sulla tavola. E roteava gli occhi intorno, d’un tratto divenuto feroce. — M’intenderò io con lei. E con gli altri anche.

Il suo pugno battè più forte; poi la mano si distese e le dita si mossero istintivamente. Ah, i calcoli andavano male, le combinazioni sfumavano: ma egli non si perdeva d’animo; bisognava vigilare, come la notte al podere minacciato dai nemici.

— Matrigna, — disse, frenando la sua collera e prendendo un tono solenne di capo di famiglia, — e voi che dite? Avete parlato con Annarosa?

— Ho parlato. Capriccio è, il suo, che passerà.

Ella non si volgeva, non alzava la testa. Ma la voce era ferma. E Agostino sospirò,