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pote, il figlio, questo che entrava adesso alto e rigido con le dita dure delle mani che pareva si muovessero solo per fare dei calcoli.
— Nonna, ebbene, che c’è? — egli disse, chinandosele davanti, con le mani sulle ginocchia. — Mamma, qui, mi dice che non siete neppure andata a letto, questa notte. Perchè, oh, nonna!
Pareva volesse prendere la cosa alla leggera, ma il suo viso era serio, gli occhi scuri.
— Agostino, dov’è Juanniccu?
— Ma laggiù: non ve l’ho mandato a dire ieri sera?
Ella scuoteva la testa, fissandolo in viso.
— Agostino, cos’hai fatto a tuo zio?
Egli si sollevò; le sue mani ricaddero rigide lungo i fianchi, con le dita un poco aperte.
— Del bene gli ho fatto. L’ho consigliato a venire laggiù con me, per aiutarmi, se non altro, a sorvegliare il podere. Ebbene, ieri sera non l’ho voluto dire, per non guastare la festa, ma mi hanno ammazzato il cane, laggiù, ed ho paura che vogliano farmi qualche altro dispetto. Devono essere i contadini a cui ho fatto pagare il pascolo abusivo; se