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— Lasciatemi, mamma: sono tranquilla, — mormorò e rimise l’asse sopra il pozzo.

La matrigna tornò presso la nonna, e aspettò. Che cosa aspettava? non lo sapeva: solo sapeva che non c’era da far altro che aspettare. Passerà la notte, tornerà l’alba, e poi altri giorni e altre notti ancora; la vita riporterà le sue calme e le sue tempeste come il mare le sue; ma nulla ci sarà più per lei, tranne che di stare ferma al suo posto e aspettare: così forte e piena di vita restar ferma nel suo cantuccio come una bimba in castigo.

Eppure la sorreggeva l’orgoglio di trovarsi lei sola, quella notte, accanto alla nonna, come un suddito fedele accanto al suo re detronizzato. Forse anche gli altri tornerebbero ma dopo aver disertato il loro posto; lei sola era lì, ferma alla catena del suo dovere.