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— Ma diglielo tu, Nina, che cessi subito di parlare, così.
— Annarosa, tu ci penserai: tu non vorrai la rovina tua.
— Appunto perchè non voglio la mia rovina. Oh, cessate; è inutile tormentarmi. Io ho pensato e ripensato: così pensassero tutti ai loro atti, prima di compierli!
— Era dunque meglio che tu pensassi bene ai tuoi prima di accettare. Adesso è tardi; tu rimarrai compromessa, tutti diranno che egli ti ha lasciato. Che vergogna non sarà questa? Tu vuoi rovinare la famiglia, Annarosa. Perchè fai questo?
— La famiglia! — gridò lei; poi abbassò la voce e ripetè a sè stessa, con lieve disprezzo: — la famiglia, oh!
La nonna impugnò la sua canna. Aveva voglia di battere Annarosa, di urlare contro la nuora che parlava fredda e forse nell’oscurità della sua coscienza era contenta del disastro.
— La famiglia, sì. Tutto, si fa, per la famiglia. I figli sono obbligati alla madre e al padre, e questi ai figli: e i fratelli ai fratelli. Senza di questo non si vive: è come l’albero, col tronco che sostiene i rami, ed è nulla senza di essi: e una foglia fa ombra all’altra. Lo dice anche la Bibbia.