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delle smorfie; tuttavia lo accompagnò curiosa, domandandogli notizie della guerra.

— Che dite voi, il mio Taneddu sarà richiamato?

Si udiva nella strada la sua voce alta e il rumore della gamba ferrata che batteva il selciato: dentro, le tre donne parvero aspettare a chi di loro prima parlava; poi la nuora fece un movimento istintivo come per allontanarsi, per fuggire, ma la nonna la fermò, chiamandola per nome, con la voce ch’era di nuovo quella dei momenti di comando.

— Caterina!

Eppure aveva un’impressione di smarrimento, la nonna, come se una fitta nebbia la circondasse, e in quella tenebra molle e paurosa i membri della sua famiglia si sperdessero, si smarrissero nel pencolo, lasciandola sola.

Bisognava richiamarli, come il pastore richiama il gregge sbandato nella nebbia.

— Nina, tu non sai niente cosa sia andato a fare Juanniccu laggiù?

La donna stava dritta accanto alla tavola, ferma, già di nuovo apparentemente calma.

— Non so niente. Non l’ho più veduto da questa mattina presto.

— E tu, Annarosa?