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spalle e pareva anche gobbo: e parlava forte come fanno i sordi.
— Vengo dal mio chiusetto della valle e vi porto un’ambasciata di Agostineddu vostro. Oh, donne, non aspettatelo stasera, perchè dorme laggiù. E anche Juanniccu è laggiù; non aspettate neppure lui. Ebbene, datemi almeno da bere.
Senza essere invitato entrò portandosi fin dentro la stanza il sacco che odorava di fieno e di menta.
Nina lo seguiva, d’un tratto impallidita. Anche la nonna, mentre il vecchio ripeteva la sua ambasciata, volgeva il viso scuro per l’angoscia recente; e la nuova pena s’aggiunse alla prima come una nuvola all’altra.
— Che dici? Li hai veduti?
Il vecchio non sentiva: si guardava intorno e biasimava l’oscurità della stanza.
— Eppure olive ne avete raccolte più di me, l’inverno passato: e che forse l’olio vi è colato dagli orci? O volete risparmiare quello del lascito a Santa Croce? E almeno dammi da bere, — aggiunse, rivolto alla serva, — il vino almeno costa meno dell’olio. Se non l’ha bevuto tutto Juanniccu.
— Li hai veduti? — ripeteva la nonna con ansia crescente.