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e nel guardarla, in quella luce viva del tramonto che le penetrava ogni piega della veste e faceva trasparire attraverso la stoffa le forme esili del suo corpo, egli sentì che era giunta l’ora di trovarsi assieme, l’uno di fronte all’altra, più vicini e più nudi che se si fossero già sposati.

E quelle forme esili, quella nuca pallida sotto i capelli disfatti, gli destarono un senso quasi violento dì pietà e di desiderio. Desiderio nato dalla pietà ma sopratutto dall’accorgersi ch’ella gli sfuggiva.

E lei aveva davvero l’impressione di fuggire.

Le roselline lungo il vialetto si sfogliavano spaventate al battere rapido della sua veste. Arrivata all’estrema punta dell’orto, si sporse sul muricciuolo come per tentare di saltarlo e andare avanti; poi si ritrasse.

Tutta la valle, inondata dal pulviscolo del tramonto, con lo sfondo luminoso di vapori turchini, col roteare dei carri e i mormorii vaghi della sera, le dava più che mai l’idea del mare.

Si volse e aspettò Stefano che scendeva l’ultima rampata del vialetto: la figura di lui, staccata sullo sfondo verde dell’orto,