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Juanniccu, il verme nel frutto della casa; perchè proprio lui doveva rodere tutto?

Aveva parlato da ubriaco; nulla era vero delle sue parole. Ma in fondo ella sentiva bene che tutto era vero; le parole di lui le erano cadute nell’anima come pietre nell’acqua; l’ombra del dubbio poteva coprirle, ma non le smuoveva.

— Non c’è che da rompere tutto, — disse a voce alta. Poi si coricò vestita e si coprì fin sulla testa come per nascondersi, per seppellirsi sotto la sua decisione.


E la notte passò, come passano tutte le notti. Una striscia di luce che pareva un cero rischiarò la finestra; i rumori della casa ricominciarono; il passo di zio Juanniccu scivolò per le scale, il cavallo di Agostino scalpitò sul selciato fresco del cortile.

Annarosa mise fuori della coperta il viso guardando di qua e di là con gli occhi gonfi, come sorpresa che la luce esistesse ancora. Esisteva ancora, e tutto era al solito, tutto era fermo intorno. Solo, di sotto al letto veniva come il rosicchiare affrettato di un tarlo: ella si